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Alexandri papae III litterae gratiosae
<1177> aprile 28, Ferrara.
Alessandro <III> papa conferma la sentenza che Ognibene, vescovo di Verona, ha emanato, senza possibilità d'interporre appello, nella controversia sorta tra la badessa Letizia e le monache <di S. Vittore> di Meda, da una parte, e i borghigiani, dall'altra, circa l'elezione del sacerdote della chiesa parrocchiale medese di S. Maria, sentenza contro la quale i borghigiani si sono appellati.
Copia semplice settecentesca in lingua italiana, segnata E, AATMeda, SVP, sec. XII, nr. 143 [B]. Altra copia semplice in lingua italiana, adattata, [CUSTODI], Trasonto italiano, ff. 30v-31, che, appunto, trascrive la bolla col suo piombo munita, spedita alla med(esi)ma abad(ess)a Letitia dalla città di Ferrara [B']. Regesto settecentesco, con ogni probabilità camicia dell'originale deperdito, ivi: 1178, 28 ap(ri)le. | Bolla di papa Alesandro 3°, in cui si conferma la sentenza di s(an)t'Omnebono vescovo di Verona | sopra l'autorità dell'abb(adess)a di Meda di elegere il sacerdote curato del luogho medesimo, esclusa | l'apellazione del popolo. Altri regesti settecenteschi, [CUSTODI], Veritas oprimi potest, pp. 11-12, e [ID.], Pro monialium Medę iuribus, pp. 8-9: Burgenses vero Medę, licet iniustam contra moniales foverent causam, appellationem suprascriptę sententię ad eumdem summum pontificem Alexandrum tertium interposuere, qui ipsam non duxit admittendam, sed memorati episcopi ('Veritas oprimi potest' aggiunge Veronensis) sententiam ratam et firmam habendo, authoritate apostolica confirmavit, prout ex ipsius litteris confirmatoriis datis in civitate Ferrarię quarto calendas madis.
Regesta: KEHR, Italia pontificia, VI/1, p. 138, nr. *3, che attinge alla Risposta al papele, ma data correttamente: '(1177) april. 28'; JAFFÈ-L., -.
Cf. Risposta al papele, che data la bolla: '28. Aprile 1178' (p. [14]), tramandandone anche due esili lacerti in latino: 'Ecclesiæ Sanctæ Mariæ, quæ Parochialis est ipsius loci, et ad vestrum Monasterium pertinet' (p. [9]) e 'Sententiam ipsam auctoritate Apostolica confirmamus' (p. [14]); ALLIEVI, Per una storia di Seveso, pp. 85, alla data '28 aprile 1178', e 86, sulla base della Risposta al papele; BERETTA, Recensione, p. 159; PICASSO, Una lettera graziosa, p. 134 nota 12; ZOPPÉ, Per una storia di Meda, p. 66 (che, rifacendosi alla Risposta al papele, data, ancora, al 1178); AMBROSIONI, Alessandro III, p. 34 nota 103.
Il foglio cartaceo, sul quale è vergata B, risulta alquanto danneggiato dall'umidità, che ha causato la caduta di alcuni lembi nella parte inferiore.
La datazione consegnata dalla traditio settecentesca è stata emendata sulla base dell'itinerario di Alessandro III: il pontefice, infatti, era a Ferrara il 28 aprile 1177 (JAFFÈ - L., nr. 12814-12816), mentre il 26 e 29 aprile 1178 si trovava a Roma, presso S. Pietro (ibid., nr. 13058 e 13059). Naturalmente, il termine post quem è rappresentato dalla sentenza del vescovo Ognibene (doc. nr. 5 dell'Appendice), emanata il 14 marzo 1177.
Il restauro - meramente orientativo - del testo deperdito è stato condotto con precipuo riferimento a B', oltre che alla copia semplice in lingua italiana del doc. nr. 7.
Alessandro vescovo servo de' servi di Dio. | Alle dilette in Cristo figlie Letizia e sorelle del monastero di | Meda, salute ed apostolica benedizione. | Essendocché tra voi dilette in Cristo figlie Letizia abba|dessa e monache del monastero di Meda, per una parte, | e i borghiggiani, per l'altra, insorta sia controversia | per l'elezione del sacerdote della chiesa di Santa Maria, | la qual è parrochiale dello stesso luogo di Meda ed al | vostro monastero appartiene, ed essendo questa stata | a noi rifferita ad instanza d'ambedue le parti, l'|abbiamo commessa da decidere al vescovo di Verona, | Omnebono, acciò, rimosso (a) qualunque ostacolo d'ap|pellazione, con giusta sentenza la (b) terminasse. | Sicch'esso vescovo, convocati e i vostri procuratori e | quelli de' borghiggiani avvanti di sé, udite e conosciute | pienamente le vicendevoli (c) addotte ragioni, ha voi assolto | dalle dimande de' borghiggiani, imponendo per la stessa | causa agli stessi un perpetuo silenzo (1). | Ma essendosi tuttavia gli stessi borghesi dalla sentenza del detto | vescovo alla nostra udienza novamente appellati, | noi, esaminato il tenore di quella ed avendo presente | essere stata commessa da noi a Omnebono conché | rimmossa ogni ap[pellazione dec]idesse, non abbiamo |[stimato giusto l'ammettere detta appe]llazione, [che anzi], ||(f. 1v) avendo per rata e ferma la sentenza dell'antidetto vescovo, | di nostra autorità apostolica la (d) confermiamo e co'l pa|trocinio del presente rescritto l'avvaloriamo. E chi avrà | ardire di contradire in qualche cosa a questa nostra sen|tenza confirmatoria, incorerà lo sdegno del omnipotente | Iddio e de' santi Pietro e Paolo apostoli.
(a) -sse corr. su -te, come pare.
(b) -a corr. su e.
(c) La seconda i corr. su e.
(d) la aggiunto nell'interlinea, con segno di inserzione.
(1) Doc. nr. 5 dell' Appendice: sentenza del vescovo Ognibene (1177 marzo 14).
Edizione a cura di
Annalisa Albuzzi
Codifica a cura di
Gianmarco Cossandi