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Carta finis et refutationis
1195 febbraio 16, [...].
Ambrogio, figlio del fu Bovo, di Villa, agente anche a nome di suo fratello Lafranco, fa refuta nelle mani di don Otto, prete della chiesa e monastero di Acquafredda, di tutte le loro terre site in territorio di Narro, le quali il predetto Otto prete diceva essere state assegnate dal defunto Bovo al predetto monastero.
Originale, BAMi, Pergamene, n. 1497 [A].
Trascrizione: Bonomi, Diplomatum, BBMi, AE.XV.33, n. 129, p. 254. Regesti: Ferrario, Sommario cronologico, c. 451v (ma in data 13 febbraio); Bonomi, Synopsis cronologica, BBMi, AE.XV.33, c. 409r; Ceruti, BAMi, I 145 suss., n. 112, cc. 19v-20r; Bianchi, Inventario, BAMi, K 202 suss., n. 1497, e nella relativa scheda mobile dell'ordinamento cronologico. Nota di repertorio Bianchi alla voce "Monastero di Acquafredda", BAMi, K 212 suss., p. 202.
Nel margine superiore sinistro del recto segnatura, pure di mano del Bianchi, che rimanda all'Inventario: "1497".
Nel verso, di epoca medievale, di fase A: "Car(ta) finis facta ab Ambroxio d(e) Villa d(e) Naro". Inoltre: segnatura di fase C: "B, n. 37"; regesto Ferrario, leggibile solo con l'ausilio della luce di Wood. Infine: segnatura Bonomi, accompagnata da indicazione dell'anno: "129 .MCXCV."; segnatura Ceruti in pastello rosso: "112".
La pergamena (mm 201/198 x 56/55) è mutila della parte inferiore. Inoltre sono presenti lacerazioni soprattutto lungo il margine laterale destro e lievi macchie sparse.
Tracce di rigatura a punta secca, anche con linee verticali delimitanti il campo di scrittura.
È possibile attribuire con certezza la redazione del documento a Giovanni, sacri pallatii notarius, per la presenza in apertura del protocollo del suo personale segno tabellionare. Inoltre, accanto ad altri tratti caratterizzanti (quali la grafia e la modalità di predisposizione della membrana per accogliere la scrittura), è tipica di questo professionista l'abbraviazione utilizzata per compendiare presbiter (cf. la nota a dell'apparato), come appare anche tra le sue carte conservate in questo corpus documentario (cf. i docc. n. 107, n. 109, n. 110, n. 117, n. 119, n. 120 da lui rogati).
(S) Anno dominice incar(nacionis) mill(eximo) cent(eximo) nonag(e)x(imo) quinto, tred(e)c(imo) die exeunte febr(uario), indic(ione) .XIII. . Finem et refutacionem fecit | Ambroxius, filius condam Bovi, de Villa, pro se et fratre suo Lafranco, in manu don Otti, presbiteri (a) ecclesie et monasterii (b) Sancte Marie Aque|frigide, ad partem ipsius monasterii, de toto territorio quod eis pertinet in territorio de Naro, ex parte patris vel matris | (c) seu aliquo allio modo, et quod territorium dicebat ipse don Otto predictum (d) Bovum dedise suprascripto monasterio, ita | ut ipsi fratres (e) et sui heredes (f) neque aliqua sua submissa persona non abeant virtutem agendi vel causandi nec per pla|citum fatigandi contra suprascriptum monasterium neque (g) contra successores ipsius monasterii nec contra cui dederint de toto | suprascripto territorio, set semper taciti et contenti habent permanere cum suis heredibus in suprascripta fine, sub pena dupli mote | [qu]erimonie. Insuper promisit ipse Ambroxius, obligando omnia sua bona pignori, fatiendi stare s[uprascriptum] Lafrancum
(a) In A p(res)b(i)b(te)ri, qui e in seguito, secondo un uso caratteristico del rogatario.
(b) et monas(ter)ii add. nell'interlineo.
(c) Segue rasura, al principio della riga, per lo spazio di due lettere.
(d) p(re)dictu(m) seguito da una lettera erasa.
(e) fr(atr)es add. nell'interlineo.
(f) In h(e)redes la terza -e- corr. da altra lettera, come pare.
(g) In neq(ue) n- corr. da lettera principiata.
Edizione a cura di
Rita Pezzola
Codifica a cura di
Rita Pezzola