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Carta donationis
1184 gennaio 6, Morimondo.
Duniotto, di Bubbiano, dona a titolo di livello a Giacomo, abate del monastero di Morimondo, tutti i beni che possiede o che potrà acquistare, con eccezione di tredici lire di moneta di terzoli, che costituiscono la falcidia della figlia Garizia, alla quale dona altre tre lire nomine institutionis; destina infine alla nipote Bellina venti soldi della stessa moneta, che ella riceverà se dovesse prendere marito, o comunque non morendo prima del matrimonio o prima di raggiungere la maggiore età: altrimenti, il denaro dovrà pervenire all'anzidetto monastero, e un'analoga disposizione è prevista a proposito del denaro donato a Garizia, in caso dovesse morire prima della maggiore età.
Originale, ASMi, AD, pergg., cart. 688 [A]. Copia semplice, BONOMI, Morimundensis, p. 530, n. 230. Regesto Osio e copia semplice ottocentesca, camicie cartacee di A. Altro regesto, Catalogo, IV, fasc. 74.
Nel verso, di mano coeva: Car(ta) de Bibiano; di mano X: Duniotus (segno abbr. superfluo intersecante l'asta di D-) de Bubiano; de omnibus su[i]s rebus; altra annotazione tarda, e segnatura Bonomi: 230. MCLXXXIV. Donazione.
Cf. ANDENNA, Una famiglia milanese di 'cives', p. 648 (nota 19).
La pergamena presenta, oltre a una generale usura, due macchie procurate dal trattamento con la noce di galla nella parte destra.
Sul notaio cf. ANDENNA, pp. 647 ss.
Non è da escludere - e anzi la circostanza qui documentata ne costituisce un indizio interessante - l'identificazione dell'autore con il Doniottus, converso di Morimondo, attestato più avanti (doc. n. 282.).
(SN) Anno a nativitate domini nostri Iesu Christi mill(esim)o cent(esimo) octuag(esim)o (a) quarto (b), sexto | die mensis ianuarii, indic(tione) secunda.
Car(tam) donationis a presenti die et ora | fecit Duniotus, de loco Bubiano, in do(n)no Iacobo, abbate de Mur[i]mun|do, ad partem ipsius monasterii, nominative de omnibus suis rebus que habet et aquista|re pot(est), excepto libras tredecim tertiol(orum) monete, qui sunt Facidia (1) Gari|tie, filia sua; et insuper donavit ipse Duniotus eidem Garitie lib(ras) tres t[erti]|ol(orum) monete nomine institutionis, et sunt in suma lib(re) .XVI. (c); eo tenore u[t]| am(od)o in antea habere et tenere debeat ipse abbas et eius successor seu cui | dederit s(upra)s(crip)te res omnes, ut supra l(egitur), et facere cum superioribus et inferioribus | seu cum finis (d) et accessionibus suis, inintegrum, libellario nomine, quicquid voluerit, | sine alicuius contradic(tione); et insuper donavit ipse Duniotus Belline, [ne]|pote sue, sol(idos) .XX. tertiol(orum) monete, si venerit ad maritum accipere, | et si decesserit (e) non teneatur, antequam marit(um) habeat vel etatem; et si ipsa | Garitia decesserit antequam habeat legiptimam etatem, t[un]c | s(upra)s(crip)te lib(re) .XVI., ut supra l(egitur), remaneant in s(upra)s(crip)to (f) monasterio, sine | alicuius contradic(tione). Quia sic decrevit sua bona voluntas.
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Actum in s(upra)s(crip)to monasterio. Sig(num) + man(us) ipsius (g) Dunioti, qui hanc car(tam) (h) fieri rogavit (i).
Interfuer(unt)Ioh(anne)s de Galarate et Ansoldinus de Casinele | et Riboldinus de Cremona testes.
(SN) Ego Iacobus Pistus sacri pal(acii) notarius (j) tradidi et scripsi.
(a) -o corr. da altra lettera.
(b) q(u)a- da t(er)-, con q- corr. da t- e adeguamento del segno abbr.
(c) -VI., e in parte .X-, ripassato da mano più tarda.
(d) Così A.
(e) decess- corr. su altre lettere, con parziale rasura di segno abbr. (trattino orizzontale) su -ec- e con la prima s nel sopralineo.
(f) -o corr. da e.
(g) Lettura probabile, con -ps-, come pare, corr. da -st-.
(h) Fra -a- e -r- lettera principiata e non depennata.
(i) rogav(it) aggiunto alla fine del rigo successivo.
(j) A om. notarius (cf. anche docc. nn. 271 e 275).
(1) Cf., sulla diffusione dell'istituto nel Medioevo, TAMASSIA, La falcidia, e in particolare alle pp. 651 ss. per quanto riguarda l'area lombarda.
Edizione a cura di
Michele Ansani
Codifica a cura di
Gianmarco Cossandi