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Innocentii papae <III> mandatum
1199 maggio 11, Laterano.
Innocenzo <III> papa, su istanza del preposito <Pagano> e dei fratres < della pieve di S. Vittore> di Casorate, incarica Giustamonte de Turre e Pietro Gaspare <Menclocius> , canonici della Chiesa di Milano, di riesaminare la controversia tra i predetti e il monastero di Morimondo, circa un manso, un sedime, i cimiteri delle chiese di S. Giorgio <di Fallavecchia> e di S. Ambrogio <di Farizola> , i diritti di decima, le vie, i paramenti della chiesa di S. Giorgio e varie altre questioni, da lungo tempo pendente e già affidata dalle parti all'arbitrato di Gibuino, ora primicerio di Milano, e ad Enrico arciprete della canonica dei decumani, che avevano promulgato una sentenza.
Copia autentica di poco posteriore, ASMi, AD, pergg., cart. 688 [B]. Inserto in doc. n. 125, forse da A [B']. Copia semplice, da B, BONOMI, Morimundensis, pp. 568-9, n. 287. Regesto, Catalogo, IV, fasc. 75 (alla data 1199 o 1200 aprile 27).
B è così autenticato: (SN) Ego Guidottus qui dicor de Dexio notarius sacri pal(acii) autenticum huius exempli sigillo pu(m)bleo sigillatum videns legi (-i corr. su e), sicut in eo continebatur sic et in isto l(egitur) exe(m)plo, extra litteras plus minusve. | (SN) Ego Rogerius Salarius sacri pal(acii) notarius huius exempli autenticum sigillo pu(m)bleo domini Innocentii pape sigillatum | videns legi, in quo continebatur sicut in isto l(egitur) exemplo, extra litteras (la prima t corr. da altra lettera mediante rasura del tratto superiore, come pare) plus minusve. | (SN) Ego Lanfrancus de Concorezo domini Henrici imperatoris notarius (omissione di notarius) hoc exemplum ab autentico sigillo pombleo domini Innocen|tii pape sigillato exemplavi, in quo continebatur ut in isto l(egitur) exemplo, extra litteras plus minusve.
Nel verso di B, di mano coeva: Ep(istu)la domini pape ad Iustamontem (-s- nel sopralineo) de Turre et P(etrum) Gaspari; sigla C (sec. XIII in.); segnatura Bonomi: 287. MCIC. Lettere papali.
Regesto: POTTHAST, -.
Edizione: Die Register Innocenz' III., -.
Cf. KINGSLEY PORTER, Lombard Architecture, III, p. 77; TURAZZA, Casorate Primo, p. 122 (alla data 1199 maggio 22); PALESTRA, Ricerche sulla vita comune del clero, p. 145; OCCHIPINTI, Il monastero di Morimondo, pp. 547-8.
La pergamena, in discreto stato di conservazione, presenta tracce di rigatura a secco. L'inchiostro è ripassato in più punti.
Circa le fasi precedenti della controversia cf. docc. nn. 278, 279, 280, 283, 284, 285, 289, 294 e le relative note introduttive; circa l'esito del procedimento amministrato dai destinatari della commissio causae cf. i nn. 344 e 345, contenenti, rispettivamente, la sentenza e la pubblicazione degli atti di contorno; si veda anche il doc. n. 346, relativo alla conferma pontificia del verdetto pronunciato da Giustamonte de Turre e Pietro Gaspare Menclocius.
L'autentica delle litterae innocenziane qui edite (altrimenti non destinate, ovviamente, alla conservazione presso l'archivio morimondese) si inserisce nella produzione documentaria innescata dal processo che esse stesse avviano (a differenza di altre copie - nn. 285, 289 e 346 - la cui redazione sembra piuttosto da collocare in una fase ancora successiva della vicenda: cf., al riguardo, la nota che accompagna il doc. n. 346); fra l'altro, Lanfranco de Concorezo, il notaio che qui opera nel ruolo di autenticatore scrittore (e la cui attività professionale pare dispiegarsi nei primi decenni del sec. XIII: cf., oltre a quelli raccolti entro questa silloge, ASMi, AD, pergg., cart. 304, doc. 1201 aprile 17; BARONI, Gli atti del Comune del sec. XIII, p. 667: menzione di instrumenta del 1242 scritti da Lanfranco), è lo stesso cui verrà affidata la stesura della sentenza - sottoscritta anche da Rogerio Salarius, un altro dei professionisti qui impiegati nella procedura di autenticazione - e dell'altro doc. ad essa collegato (nn. 344 e 345). E ancora alla mano di Lanfranco sembrano ricondurre le allegazioni di diritto edite al n. 343 (se ne veda la nota introduttiva), tanto da non far ritenere improbabile che siano stati proprio i giurisperiti autori della memoria difensiva morimondese a promuovere l'autentica del mandatum innocenziano; il quale è peraltro menzionato nel consilium una sola volta , ove se ne argomenta un'impetrazione avvenuta, da parte del preposito di Casorate, tacita veritate, non recando esso menzione degli importanti (decisivi anzi, nel giudizio di parte) sviluppi della controversia occorsi posteriormente alla sentenza di Gibuino.
Il notaio Rogerio Salarius (sul quale cf. nota introduttiva al doc. n. 285) inserisce le lettere del proprio nome nel signum. Di Guidottus q. d. de Dexio, il primo notaio a sottoscrivere la copia, ci è per ora noto soltanto un doc. del 1202 novembre 8 (ASMi, AD, pergg., cart. 314); si tratta forse di quel Guido de Dexio compreso nel novero degli ambaxatores comunis Mediolani citati nel doc. del 1218 novembre 16 edito in BARONI, cit., n. XXXIII.
Innocentius episcopus servus servorum Dei. Dilectis filiis Petro Gaspari (a) et Iustamonti de Turre, canonicis Mediolanen(sibus), salutem et apostolicam benedictionem. Significarunt nobis dilecti filii .. prepositus et fr(atr)es de Casolate quod cum inter ipsos, ex una parte, et monasterium de Morimondo, super quodam manso terre, sedimine, cimiteriis ecclesiarum Sanctorum Georgii et Ambrosii, decimis, viis, ornamentis ecclesie Sancti Georgii ac quibusdam aliis, ex altera, questio mota fuisset, et super ea diutius litigatum, tandem in dilectos filios magistrum G(ibuinum), nunc primicerium (b) Mediolanen(sem), et Henr(icum), archipresbiterum decumanorum, utraque pars, voluntate concordi, tamquam in arbitros compromisit; qui, in cognitione ac decisione ipsius legitime procedentes, eandem causam per sententiam (1) terminarunt. Quia igitur nobis de rei veritate non constitit, discretioni vestre per apostolica scripta mandamus quatenus, vocatis ad presentiam vestram qui fuerint evocandi, tam super sententia illa quam aliis proponendis causam diligentius audientes, quod iustitia dictaverit appellatione postposita statuatis et fatiatis quod statueritis per censuram ecclesiasticam firmiter observari, nullis litteris veritati et iustitie preiudicantibus a Sede apostolica impetratis. Dat(a) Lateran(i), .V. idus maii, pontificatus nostri anno secundo.
(a) B' Gasparri.
(b) -ic- nel sopralineo, con segno di richiamo.
(1) Il doc. è deperdito: cf. tuttavia n. 279.
Edizione a cura di
Michele Ansani
Codifica a cura di
Gianmarco Cossandi